Tab Article
Questo libro indaga l'orrore. L'orrore degli zombi è il campo di un'inedita etnografia sociale. Ne emerge una sorta di "carriera morale" dello zombi: la sua quotidianità, i suoi gesti, le sue ossessioni, la sua storia. Lo zombi è un paradosso che racconta la nostra condizione sociale: non è una semplice metafora, ma una realtà concreta, una dimensione attuale. Il nostro mondo è dominato dalla paura e dal disgusto, da cui ci difendiamo con forme sempre più sofisticate di maquillage, di chirurgia estetica, di imbiancatura. Gli intellettuali, ovunque siano, finiscono quasi sempre per disprezzare gli zombi, chiamandosi fuori da un agone che in realtà non è mai esistito, perché la fame ancestrale dei morti viventi li ha già contagiati, li ha già invasi, li ha già aggrediti nei punti nevralgici; la cultura è parte integrante di questo processo di putrefazione, non esistono torri d'avorio in cui trovare riparo, spiagge tranquille da cui contemplare il naufragio. Nell'anno dell'Expo, dell'esplosione mediatica del mangiar bene, sano e solidale, scopriamo che il neocapitalismo mangia senza nutrirsi, sbrana e divora senza assimilare: consumare la vita è il meccanismo mimetico e terminale del nostro tempo. Chi intendesse correre ai ripari può trovare in queste pagine una specie di piccolo manuale di sopravvivenza. Ma attenzione: nessuno si senta immune dalla zombificazione. Nessuno si senta esente: la sopravvivenza non è gratuita. Bisogna saper morire per imparare a vivere...